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La monarchia e la rivoluzione fascista

Nell’adunata fascista dl Udine il 20 settembre 1922, ormai alla vigilia della marcia su Roma, Mussolini rassicura la borghesia italiana rinnegando la sua «tendenzialità repubblicana» del 1919 e manifestando un inedito rispetto per la monarchia: almeno come istituto. Qualche riserva egli la fa sul monarca, Vittorio Emanuele III, che era eventualmente pronto a sostituire con l’ambizioso duca d’Aosta, notoriamente fascista.
E' possibile - ecco il quesito -una profonda trasformazione dei nostro regime politico senza toccare l’istituto monarchico. È possibile, cioè, di rinnovare l’Italia non mettendo in giuoco la monarchia. E quale è l’atteggia mento di massima del Fascismo di fronte alle istituzioni politiche.
Le forme politiche non possono essere approvate o disapprovate sotto la specie della eternità, ma debbono essere esaminate sotto la specie del rapporto diretto fra di loro, della mentalità, dello stato di economia, delle forze spirituali di un determinato popolo. (Una voce grida: «Viva Mazzini!»). Questo in tesi di massima. Ora io penso che si possa rinnovare profondamente il regime, lasciando da parte la istituzione monarchica. in fondo, e mi riferisco al grido dell’amico, lo stesso Mazzini, repubblicano, maestro di dottrine repubblicane, non ha ritenuto incompatibili le sue dottrine col patto monarchico della unità italiana. L’ha subito, l’ha accettato. Non era il suo ideale, ma non si può sempre trovare l’ideale.
Noi, dunque, lasceremo in disparte, fuori del nostro gioco che avrà altri bersagli visibilissimi e formidabili, l’istituto monarchico, anche perché pensiamo che gran parte dell’italia vedrebbe con sospetto una trasformazione del regime che andasse sino a quel punto. Avremmo forse del separatismo regionale poiché succede sempre così. Oggi molti sono indifferenti dì fronte alla Monarchia, domani sarebbero invece simpatizzanti, favorevoli e si troverebbero dei motivi sentimentali rispettabilissimi per attaccare il Fascismo che avesse colpito questo bersaglio.
in fondo io penso che la Monarchia non ha alcun interesse ad osteggiare quella che ormai bisogna chiamare rivoluzione fascista. Non è nel suo interesse, perché se lo facesse diverrebbe subito bersaglio e se divenisse bersaglio, è certo che noi non potremmo risparmiarla perché sarebbe per noi una questione di vita o di morte. Chi può simpatizzare per noi non può ritirarsi nell’ombra. Deve rimanere nella luce. Bisogna avere il coraggio di essere monarchici. Perché noi siamo repubblicani. in certo senso perché vediamo un monarca non sufficientemente monarca. La Monarchia rappresenterebbe, dunque, la continuità storica della Nazione. Un compito bellissimo, un compito di una importanza storica incalcolabile.
D’altra parte bisogna evitare che la Rivoluzione fascista metta tutto in gioco. Qualche punto fermo bisogna lasciarlo perché non si dia l’impressione ai popolo che tutto crolla, che tutto deve ricominciare, perché allora alla ondata di entusiasmo del primo tempo succederebbero le ondate di panico del secondo e forse ondate successive che potrebbero travolgere la prima.

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