Sito Storico "Un Omaggio al DUCE" - Online dal 28 Luglio del 2000 un impegno sempre rinnovato perchè non dobbiamo mai dimentichare quello che ha fatto Benito Mussolini per l'Italia e per gli Italiani. Portare avanti la sua idea è il nostro compito. Il Ventennio Fascista è stato l'unico, dopo duemila anni a ridare gloria all'Italia. W Il DUCE W Il Fascismo !

La Storia del Ventennio

La guerra in Grecia

Il 27 ottobre 1940 Ciano firmava a Berlino, con Ribbentrop e l’ambasciatore giapponese, il Patto tripartito, che abbozzava la spartizione del mondo fra le tre potenze. Seguì, il 4 ottobre, un lungo colloquio al Brennero tra il Duce e il Fùhrer. Ora Mussolini riprese il progetto di attaccare nei Balcani, incoraggiato da Ciano, ansioso di estendere il suo potere sulla Grecia. Il proposito di attaccare e occupare la Grecia fu rafforzato in Mussolini dall’invasione tedesca di parte della Romania, dopo che il caloroso appello di Hitler alla Gran Bretagna in un discorso al Reichstag il 19 luglio 1940 era caduto nel vuoto e l’Inghilterra, al contrario, ribadiva in vari modi la sua determinazione a lottare. Mussolini non tenne conto della raccomandazione del Fùhrer di abbandonare i progetti contro la Jugoslavia e la Grecia per concentrare ogni sforzo contro la Gran Bretagna. Ma la battaglia d’Inghilterra volgeva a favore di quest’ultima e vane risultarono le insistenze italiane e tedesche su Franco perché la Spagna si unisse in guerra all’Asse. Il regista dell’operazione fu Galeazzo Ciano, il quale non riuscì a tenere segreta la data dell’attacco, fissata al 28 ottobre 1940: quella data fu conosciuta in anticipo dai greci, perdendosi così il fattore della sorpresa, e anche, con una settimana di anticipo, dai tedeschi. Hitler si affrettò a calare in Italia, ma giunse, anche se di pochissimo, troppo tardi: l’avventura italiana in Grecia era cominciata. Il Fùhrer giunse in Italia accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Wehrmacht maresciallo Keitel, ma Mussolini non volle accanto a sé, per le conversazioni militari, il proprio Capo di Stato Maggiore Badoglio. Risulta che, al di là dei suoi sforzi per non ferire la suscettibilità di Mussolini, Hitler era furioso per quella iniziativa italiana, che, in caso d’insuccesso, avrebbe danneggiato l’Asse agli occhi degli Stati neutrali e dato agli aerei inglesi una base in territorio greco per i bombardamenti dei campi petroliferi di Ploesti. Un mese dopo, il 18 novembre, con frase poi divenuta famosa, il Duce dichiarò: "Spezzeremo le reni alla Grecia". Ma l’insuccesso paventato da Hitler si awerò a usura. Nel giro di una settimana i greci respinsero le truppe italiane in territorio albanese e nei successivi tre mesi esse si trovarono a dover combattere, tra la neve e il fango, una disperata guerra difensiva. Per di più, l’11 novembre alcune tra le maggiori corazzate italiane furono messe fuori combattimento da un attacco aereo inglese nel porto di Taranto. Il giorno prima, cioè il 10 novembre, Mussolini, in una riunione a Palazzo Venezia con Badoglio e i capi delle tre armi, disse, dopo i primi insuccessi sul fronte greco-albanese, che bisognava "disorganizzare la vita civile della Grecia, seminando il panico dovunque. Quindi voi dovete scegliere, chilometro quadrato per chilometro quadrato, la Grecia da bombardare". E ancora: "Tutti i centri urbani superiori ai 10.000 abitanti devono essere distrutti e rasi al suolo". Il 14 dicembre 1940 Badoglio fù dimesso dalla carica di Capo di Stato Maggiore Generale e sostituito dal generale Ugo Cavallero, che assunse anche il comando in Albania. In Grecia (o per meglio dire in Albania, poiché le truppe italiane, partite per conquistare la Grecia, si erano dovute ritirare in territorio albanese) il generale Ubaldo Soddu considerava la situazione così disperata da consigliare di chiedere ai greci un armistizio. In quel gennaio 1941 Mussolini inviò al fronte numerosi ministri e gerarchi, tra i quali Ciano, Grandi, Bottai, Ricci. Dal 19-21 gennaio 1941 il Duce s’incontrò con il Ftìhrer a Berchtesgaden, dove quest’ultimo annunciò l’invio di forze tedesche sia sul fronte greco che in Libia. Il 2 marzo 1942, dopo aver concentrato in Albania ben seicentomila uomini, e nel momento in cui Cavallero gli assicurava che era maturata la possibilità di una offensiva vittoriosa, Mussolini si recò personalmente in Albania, dove rimase tre settimane, sempre nella speranza di essere lui il grande comandante supremo, il vincitore. Ma la prospettiva della vittoria si rivelò insussistente: l’offensiva scatenata il 9 marzo costò enormi perdite e cinque giorni dopo dovette essere sospesa. Alla fine il Duce dovette tornare a Roma. Alla fine di marzo 1941 la Marina italiana subì una sconfitta nelle acque della Grecia al largo di Capo Matapan, in cui gli inglesi adoperarono i più moderni e sofisticati congegni. A questo punto non fu più possibile rifiutare l’aiuto tedesco. Nell’aprile 1941 i tedeschi attaccarono in Grecia, e in due settimane ne liquidarono la resistenza. I greci si arresero e l’armistizio fra italo-tedeschi e greci, firmato a Salonicco il 24 aprile 1941, pose fine alle ostilità. I tedeschi lasciarono che l’amministrazione della Grecia occupata fosse affidata agli italiani.

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