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I Documenti

Il Fascismo clandestino Sassarese dal 1943 al 1945

Ai primi di Gennaio del 1944 il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio della R.S.I., Francesco Maria Barracu, intervenne personalmente sul direttore de "La Domenica del Corriere" per far pubblicare nella copertina del settimanale un disegno che illustrava lo scontro tra un gruppo di fascisti sardi e un reparto inglese. Il direttore rispose l'11 dello stesso mese con il seguente telegramma: «Riferimento nostre intese ho disposto perché prima pagina a colori prossimo numero Domenica del Corriere rechi episodio attacco reparto britannico presso Sassari da parte giovani patrioti sardi di cui stampa odierna punto cordiali alalà». Non risulta che l'episodio citato sia mai avvenuto. Con tutta probabilità era stata comunicata a Barracu ciò che era solo una "intenzione" del fascismo clandestino sassarese che sin subito dopo l'8 Settembre si era rapidamente organizzato facendo leva su elementi delle forze armate ed ex quadri del P.N.F. e del G.U.F.. Il 3 Dicembre del 1943, nei pressi dell'arcipelago di La Maddalena, fu bloccato un Mas che stava facendo rotta verso le coste della Toscana. A bordo il Maggiore di Fanteria ed ex console generale della milizia Giovanni Martini.
Non sappiamo come il Martini si fosse impossessato del mezzo navale, né chi fosse con lui a bordo. Fatto sta che gli fu trovato addosso: un verbale di seduta, datato 18 Settembre, per la costituzione in Sardegna del Partito Fascista Repubblicano, sottoscritto da 15 firme; una lettera del comitato del Partito Fascista Repubblicano sardo diretta al segretario del P.F.R. Pavolini, con la quale si delegava il console cenerale Martini quale rappresentante del fascismo sardo; un cifrario per giornale radio e appunti vari. I carabinieri arrestarono in tutto, oltre al Martini, ben 18 persone di cui 12 militari: Martino Offeddu, ex federale di Nuoro e Sassari nonché ispettore del P.N.F., il Capitano Antonio Maccari, ultimo federale di Sassari, il Tenente Colonnello Luigi Penso, giudice istruttore presso il tribunale militare di Ozieri, il Tenente Colonnello Felice Chiama, il Capitano Mario Giua, il Tenente di Marina Raffaele Merella, i seniori della milizia Gustavo Scanu e Francesco Bertolotti, i centurioni Dario Lay e Emanuele Tola e il capo-manipolo Livio Matzè. I civili erano invece: Giovanni Mannuzzu impiegato, Giovanni Pirisino industriale, Dino De Martis ex direttore della cassa mutua commercianti. Degli altri conosciamo solo i nomi: Giovanni Sechi, Guglielmo Loru, Antonio Cau e Vittorio Savino. Furono tutti incriminati per "cospirazione politica mediante associazione", "delitto di associazione antinazionale", "concorso nel delitto di aiuto al nemico", "abbandono del corpo per combattere contro lo stato" (solo per i militari), "concorso nel delitto per alto tradimento". Tutta roba da fucilazione.

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