Sito Storico "Un Omaggio al DUCE" - Online dal 28 Luglio del 2000 un impegno sempre rinnovato perchè non dobbiamo mai dimentichare quello che ha fatto Benito Mussolini per l'Italia e per gli Italiani. Portare avanti la sua idea è il nostro compito. Il Ventennio Fascista è stato l'unico, dopo duemila anni a ridare gloria all'Italia. W Il DUCE W Il Fascismo !

La Storia del Ventennio

La "Dottrina del Fascismo"

In fatto di "dottrina del fascismo", Mussolini aveva sempre dichiarato che il fascismo era soprattutto un metodo, una tecnica per la conquista del potere, azione piuttosto che teoria, uno strumento sufficientemente duttile ed elastico per potersi adattare alle diverse situazioni via via che si presentavano. E poiché il movimento fascista era molto composito, e ciò era nell’interesse di Mussolini per poter raccogliere la maggiore quantità possibile di adesioni e consensi Un punto in particolare, era in lui fermo: la convinzione, più volte ripetuta, che gli italiani non avessero né bisogno né in fondo neppure desiderio di libertà, poiché ciò che stava loro a cuore erano valori più concreti e tangibili, come il lavoro. "La folla" disse una volta "non ha bisogno di conoscere. Deve credere. E deve piegarsi a essere forgiata." Ne derivava anche il suo tipo di oratoria, nella quale si può dire che in un certo senso era un maestro: un’oratoria fatta non per convincere con argomentazioni, ma per suscitare entusiasmo e fede, con affermazioni apodittiche e domande retoriche rivolte alle folle, cui egli chiedeva risposte corali dalla piazza. Una volta al potere, Mussolini si adoperò per realizzare "tutto nello Stato", intendendo che lo Stato coincidesse col governo, mettendo sotto controllo ogni struttura pubblica e ogni manifestazione della vita nazionale. Tuttavia il totalitarismo fascista non fu mai assoluto, non raggiunse mai la "perfezione" del sistema staliniano e di quello hitleriano. Fu un totalitarismo approssimativo, che lasciava aperti diversi varchi, non foss’altro che per il fatto che in Italia c’era una monarchia e soprattutto c’era la Chiesa cattolica, con le quali Mussolini tendeva ad avere buoni rapporti. Certo, la costituzione italiana lo Statuto carloalbertino del 1848, che nella sua applicazione aveva subito in tre quarti di secolo una notevole evoluzione in senso parlamentare, con la creazione del Gran Consiglio, la sostituzione della Camera dei deputati con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, l’istituzione della Milizia e del Tribunale Speciale, e così via. Giornalista nato, nel senso che tendeva a valutare i fatti politici, anche in politica estera, in quanto più o meno suscettibili di essere clamorosamente intitolati, Mussolini pose particolare attenzione e impegno nel raggiungere il più completo controllo della stampa. Ai suoi personali ordini c’era il Popolo d’Italia, diretto dal fratello Arnaldo (fino alla morte nel 1931), ma anche tutti gli altri quotidiani compresi il Corriere della Sera e la Stampa furono fascistizzati. Giorno per giorno il Duce seguiva le pagine dei giornali. Famose divennero, in proposito le "veline" inviate dalla presidenza del Consiglio o dal ministero della Stampa e Propaganda, poi divenuto della Cultura Popolare, per impartire tali disposizioni.

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